Elevati livelli di colesterolo sono comunemente associati ad un aumento del rischio cardiovascolare, ma in realtà il vero “nemico” è la componente lipidica influenzata negativamente dallo stress ossidativo.

“Non guardare il colesterolo totale, piuttosto devono essere a posto il colesterolo buono e quello cattivo!”. Questo concetto è ormai entrato nel “sapere” comune, perché negli ultimi anni la scienza ha ridimensionato notevolmente l’influenza del colesterolo totale rispetto all’aumento del rischio cardiovascolare.

Ciò nonostante, quando si prende in mano il referto delle proprie analisi del sangue e si vede un asterisco sul valore del colesterolo, ci si allarma sempre un po’. In realtà bisognerebbe guardare più l’indice di rischio cardiovascolare, che si ottiene dal rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL (quest’ultimo è il cosiddetto colesterolo “buono”).

In ogni caso si porta il referto al medico aspettandosi consigli su come “abbassare il colesterolo”, preparandosi a dire addio a formaggi, uova e gamberetti, e sperando di non vedersi prescritti farmaci da prendere a vita. La relazione tra livelli di colesterolo ed aumento del rischio vascolare, invece, non è poi così semplice. Esiste un legame, senz’altro, nel quale sono coinvolti i livelli di colesterolo e una molteplicità di altri fattori di rischio.

Le ultime evidenze scientifiche hanno posto l’attenzione sul colesterolo LDL (cosiddetto colesterolo “cattivo”) ed in particolare sulla sua componente IDL, più densa e pericolosa della componente a bassissima densità delle LDL (le cosidette VLDL).

Nel recente Congresso dell’European Society of Cardiology, tenutosi a Barcellona, sono state presentate le nuove Linee Guida che hanno abbassato ulteriormente i target di idoneità per colesterolo totale e per LDL. Una cose è chiara: il valore di colesterolo LDL, soprattutto della sua componente a particelle più piccole e più dense, deve essere il più basso possibile per ridurre i rischio di infarto e ictus.

Cosa si intende per colesterolo totale, HDL, LDL

Il colesterolo è una molecola prodotta dal fegato e presente in tutte le cellule del nostro organismo. È indispensabile a livello fisiologico per mantenere stabilità ed elasticità delle membrane cellulari, per la produzione della vitamina D e per la sintesi di diversi ormoni, ma soprattutto è utilissimo per la salute del nostro cervello. In eccesso (oltre i 240-260 mg/dl e con elevata componente LDL, rispetto al totale) può diventare dannoso.

Il colesterolo viene introdotto anche attraverso gli alimenti. Contengono colesterolo i cibi ricchi di grassi animali come carne, pesce, salumi, formaggi, tuorlo d’uovo e frattaglie.

Considerando l’apporto alimentare, il colesterolo viene prodotto dall’organismo mediante un meccanismo a “feedback negativo”. Questo vuol dire più colesterolo viene introdotto con l’alimentazione e meno ne viene prodotto a livello endogeno e viceversa, ai fini di raggiungere il corretto fabbisogno giornaliero.
Questo meccanismo è molto importante nel controllo dei livelli di colesterolo: uno dei fattori alla base dell’ipercolesterolemia su base genetica è proprio un difetto in questo processo.

HDL e LDL sono erroneamente identificate come colesterolo; in realtà sono lipoproteine, molecole che hanno il compito di trasportare colesterolo e trigliceridi, attraverso il sangue, nei vari tessuti e distretti dell’organismo.

I trigliceridi sono un’altra tipologia di grassi presenti nell’organismo, costituiti da glicerolo e acidi grassi. Il glicerolo deriva dal metabolismo degli zuccheri e gli acidi grassi da quello dei lipidi, entrambi assunti attraverso l’alimentazione.

Le LDL sono lipoproteine a bassa intensità (Low-Density-Lipoprotein): si formano nel fegato e trasportano colesterolo e trigliceridi ai tessuti. Sono suddivisibili in:

  • lipoproteine a molecole piccole e dense (patogene);
  • molecole più grandi e meno dense (VLDL) molto meno patogene.

Le HDL sono lipoproteine ad alta intensità (High-Density-Lipoprotein): al contrario delle prime, rimuovono il colesterolo in eccesso dai tessuti e lo riportano al fegato, che provvede a smaltirlo ed eliminarlo.

Stress ossidativo, LDL “ossidate” e rischio cardiovascolare

L’associazione tra eccesso di LDL e rischio cardiovascolare è supportata dal fatto che le LDL ossidate sono state rinvenute all’interno delle placche aterosclerotiche. Le placche aterosclerotiche sono ispessimenti della parete dei vasi sanguigni costituiti da accumulo di materiale contenente principalmente lipidi, cellule del sistema immunitario (prevalentemente macrofagi), collagene, cellule della muscolatura liscia, calcio.

Come si formano le LDL ossidate? La causa è lo stress ossidativo, ovvero, un eccesso di radicali liberi nel sangue. I radicali liberi si formano normalmente nella respirazione cellulare, ma fattori come fumo di sigaretta, esposizione solare, sedentarietà o attività fisica troppo intensa e cattiva alimentazione, possono stimolare l’organismo a produrne in quantità maggiori, portando così ad un aumento dei livelli di stress ossidativo.

I radicali liberi in eccesso provocano l’ossidazione delle particelle LDL, che si depositano nelle arterie generando un processo infiammatorio. L’infiammazione attiva le cellule del sistema immunitario, in particolare linfociti T e macrofagi, che migrano a livello del vaso. I macrofagi inglobano le LDL trasformandosi in cellule schiumose, ricche di colesterolo. Le lesioni a questo punto sono di natura infiammatoria e conosciute come “strie lipidiche”. Senza questo processo di ossidazione in definitiva il colesterolo circolante nel nostro sangue risulta poco dannoso.

Se permangono i fattori di rischio, esse possono evolvere a placche fibrolipidiche e successivamente ad ateromi veri e propri.

Prevenire l’ossidazione delle LDL: alimentazione, antiossidanti e corretto stile di vita

Per ridurre il rischio associato alle malattie cardiovascolari è quindi importante prevenire l’ossidazione delle particelle LDL.

Per quanto riguarda l’alimentazione, è più importate assumere cibi ricchi di antiossidanti che limitare l’introito di cibi ricchi di colesterolo.

Il consiglio è quello di limitare gli zuccheri raffinati e di assumere alimenti ricchi in vitamine, polifenoli e grassi “buoni” come frutta e verdura, pesce di piccola taglia, olio extravergine di oliva, semi oleosi e frutta secca.

Per il resto, è utile praticare un’attività fisica moderata con frequenza constante, ed evitare tutti quei fattori che favoriscono la produzione di radicali liberi (es. fumo di sigaretta, ecc.).

Eonlipid: un aiuto naturale per il controllo del dismetabolismo lipidico e dei radicali liberi

L’integratore alimentare Eonlipid® Proeon contiene otto principi naturali (tra cui ricordiamo il Maqui, l’Idrossitirosolo, l’Amla e la Monacolina K) che aiutano a controllare i livelli di colesterolo ma contemporaneamente anche i radicali liberi, diversamente dalla maggior parte di farmaci e integratori oggi disponibili che si concentrano solo o prevalentemente sulla componente lipidica, senza prendere in considerazione il danno ossidativo sulla stessa.
É indicato:

  • per l’attivazione del metabolismo lipidico/glicidico;
  • contro lo stress ossidativo e i radicali liberi;
  • come coadiuvante nelle patologie degenerative cardiovascolari e cerebrali;
  • contro i processi di aterogenesi;
  • per il controllo del processo di inflammaging (senescenza e infiammazione cellulare).

 

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