Ti sei mai chiesto: “Perché sono così stanco tutto il tempo?”. Capita di chiederselo soprattutto nel periodo primaverile. Se la risposta è sì, ci sono molte possibili ragioni per cui ti senti così. La stanchezza può avere molte cause ed impattare negativamente la nostra vita di tutti i giorni.

Perché ci si sente stanchi?

Ci sono molte possibili ragioni per sentirsi stanchi. Alcune cause sono molto semplici e banali, altre possono essere rapppresentate da particolari condizioni mediche.

Ecco alcuni dei motivi più comuni:

• Mancanza di sonno: uno dei motivi più comuni per cui le persone si sentono stanche è la privazione cronica del sonno o un sonno non riposante. Una buona notte di sonno può darti l’energia di cui hai bisogno per svolgere le tue attività quotidiane ma, secondo i Centers for Disease Control and Prevention, 1 adulto su 3 non riposa adeguatamente.

• Nutrizione malsana: quando mangi cibo sano, il tuo corpo è più capace ed energico. Al contrario, cibi che notoriamente alterano il nostro metabolismo possono contribuire a una perdita di energia e far aumentare la sensazione di stanchezza. Ad esempio cibo spazzatura con zuccheri aggiunti possono causare picchi nei livelli di glicemia provocando affaticamento.

• Stile di vita sedentario: l’assenza di attività fisica porta ad una maggiore stanchezza anche per forzi minimi o dop una normale giornata di lavoro.

Soluzioni pratiche

È facile cedere alla tentazione di utilizzare ansiolitici o sonniferi per ottenere un riposo efficace, ma di fatto significherebbe aggiungere un problema ad un altro problema con rimedi poco consoni con la nostra fisiologia.

L’ottimizzazione della produzione di melatonina rappresenta invece una soluzione ideale al problema del sonno alterato e della stanchezza durante il giorno. La melatonina è un ormone secreto dalla ghiandola pineale ed è responsabile del ritmo circadiano (notte-giorno). Le seguenti pratiche possono aiutare a migliorare il sonno:

  • Evitare gadget come TV e cellulari che emettono luce blu
  • Garantirsi un’esposizione regolare al sole che porta la ghiandola pineale a produrre melatonina regolarmente alla notte. Un altro vantaggio dell’esposizione alla luce solare è la produzione di vitamina D a beneficio della salute in generale.
  • Dormire nell’oscurità completa visto che anche il minimo barlume di luce proveniente da qualsiasi fonte può disturbare il tuo orologio biologico mentre stai dormendo.
  • Mantenere la temperatura ambiente ottimale. Le ricerche indicano che la temperatura ideale per un sonno ottimale è tra 15°C e 20°C.
  • Fare un bagno caldo da 90 a 120 minuti prima di dormire. Il bagno aumenta la temperatura corporea. Quando esci dal bagno, il calo della temperatura segnala al tuo corpo che è pronto per dormire.
  • Esporsi al sole al mattino. Esporre te stesso alla luce del sole una volta sveglio invia un forte messaggio al tuo orologio interno che è iniziato il giorno. Ciò rende meno probabile la confusione del tuo corpo con segnali luminosi più deboli una volta che la notte arriva.
  • Rimuovere le fonti di campi elettromagnetici nella propria camera da letto. I campi elettromagnetici possono ostacolare la produzione di melatonina e causare una serie di altri problemi di salute a lungo termine.

La melatonina, vero e proprio ormone direttore d’orchestra di molteplici processi neurofisiologici, tra cui il sonno in primis, viene prodotta sempre meno con l’avanzare dell’età (ridottissima la produzione oltre i 70-80 anni).

In definitiva al di sopra dei 50 anni, soprattutto in presenza di stress cronico e alterato ritmo sonno-veglia è certamente indicata e benefica una valida supplementazione di melatonina, mediante un nutraceutico, possibilmente in gocce, così da favorirne l’assorbimento maggiore e più rapido a livello sub-linguale ed adeguarne la dose al bisogno.

Il cortisolo all’opposto rappresenta l’ormone principale dello stress, a sua volta regolato anch’esso dalla melatonina, che dunque rappresenta il principio attivo più utile nell’ambito della nutraceutica del sistema PNEI (psiconeuroendocrinoimmunitario) e della gestione dello stress cronico.

 

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