Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo fondamentale della vitamina D nella salute umana, sottolineando i suoi effetti benefici non solo sul sistema scheletrico, ma anche sul sistema immunitario e metabolico.

Già in un precedente articolo, cui rimandiamo per un utile approfondimento, abbiamo avuto modo di evidenziare l’importanza della vitamina D3 nel metabolismo del calcio e quindi per la mineralizzazione delle ossa: una carenza di vitamina D, sempre più frequente in questi ultimi anni a causa di un’esposizione solare scarsa o inadeguata, può contribuire all’insorgere di patologie quali l’osteoporosi, l’osteomalacia o il rachitismo nei bambini. Inoltre, recenti ricerche hanno rilevato che molti dei casi di infezioni più gravi da COVID-19 potrebbero essere associati ad una carenza di vitamina D3, a conferma dell’importanza di questa vitamina per il nostro sistema immunitario.

Giova ribadire che è proprio l’unione di vitamina D3 e vitamina K2 a rendere l’azione di deposito del calcio da parte della vitamina D3 mirata alle ossa e non in altri tessuti. La vitamina K2, peraltro, è nota per vari altri effetti benefici sulla salute, in particolare in ambito cardiovascolare.

Interazione della vitamina D con il microbiota intestinale

Un aspetto meno conosciuto ma altrettanto importante è il legame tra la vitamina D e il microbiota intestinale; quest’ultimo, noto anche come flora intestinale, consiste in quella “comunità” di microrganismi che colonizza vari organi umani, soprattutto l’intestino tenue e il crasso, composta principalmente da batteri, ma anche da virus, funghi ed altri microorganismi.

Com’è noto, in questi ultimi anni, si sta sempre più confermando l’importanza del microbiota intestinale per la salute degli esseri umani, al punto da essere definito come il “secondo cervello”. Di fatto, il microbiota svolge una serie di funzioni cruciali, tra cui la digestione di alcuni nutrienti, la produzione di vitamine e il mantenimento del sistema immunitario, aiutando a distinguere tra sostanze nocive e innocue, regolando varie funzioni metaboliche e proteggendo l’intestino dai batteri dannosi e dai patogeni, impedendo loro di proliferare e causare infezioni.

Un equilibrio sano del microbiota intestinale è, quindi, fondamentale per il mantenimento della salute in generale: disbiosi, o squilibri nel microbiota intestinale, infatti, sono stati associati a una serie di disturbi, tra cui malattie infiammatorie intestinali, sindrome dell’intestino irritabile, obesità, diabete e disturbi mentali come depressione e ansia, nonché malattie autoimmunitarie, neuro-degenerazioni e patologie cardiovascolari.

Prestare attenzione alla salute del microbiota intestinale può contribuire a promuovere il benessere generale e prevenire una serie di patologie. In tale ambito, sempre più numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina D influisce sulla composizione e sull’attività del microbiota intestinale.

Ad esempio, la vitamina D sembra favorire la crescita di batteri benefici come i bifido-batteri e i lattobacilli, inibendo, al contempo, la crescita di batteri patogeni. In virtù del ruolo immunoregolatore diretto della vitamina D, questa stessa azione della vitamina D sulla flora intestinale contribuisce al suo ruolo determinante per l’immunità dell’organismo.

La vitamina D, inoltre, svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’integrità della barriera intestinale: una carenza di vitamina D, infatti, può contribuire al “deterioramento” della barriera intestinale e al passaggio di microbi nel flusso sanguigno e linfatico, causando infiammazione sistemica.

Mantenere un microbiota intestinale sano equivale ad  avere una migliore digestione, una risposta immunitaria più efficace ed una ridotta infiammazione cellulare cronica e, quindi, una minore incidenza di obesità, diabete e malattie autoimmuni.

Di conseguenza, garantire un adeguato apporto di vitamina D, previa valutazione ematochimica del caso, potrebbe essere fondamentale per mantenere un microbiota intestinale ottimale e prevenire una serie di disturbi digestivi e metabolici.

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