Accesso al pannello di amministrazione dell'eshop >> (Questo messaggio lo vedi solo tu!)

Focus su colesterolo e fattori di rischio per l’aterosclerosi

Focus su colesterolo e fattori di rischio per l’aterosclerosi

Comprendere il colesterolo

Quando si parla di salute cardiovascolare, il termine "colesterolo" è uno dei più discussi e temuti. Molte persone con livelli di colesterolo alti si chiedono come gestire questo problema, spesso basandosi su una distinzione ormai superata tra colesterolo "buono" e "cattivo". In realtà, la questione è molto più complessa di come sembra.

Abbiamo già avuto modo di approfondire alcuni aspetti del significato del colesterolo e delle lipoproteine nel processo dell’aterosclerosi. Com’è noto, le HDL (High-Density-Lipoprotein) e le LDL (Low-Density-Lipoprotein) sono impropriamente considerate come “colesterolo”, mentre nella realtà sono molecole che trasportano i lipidi nel sangue.

LDL (Lipoproteine a Bassa Densità): si formano nel fegato e trasportano colesterolo e trigliceridi ai tessuti e ai vari distretti dell’organismo.

HDL (Lipoproteine ad Alta Densità): rimuovono il colesterolo in eccesso dai tessuti e lo riportano al fegato, dove viene smaltito ed eliminato.

Grazie all’evoluzione della ricerca scientifica e delle nuove tecniche di diagnostica, si è potuto correggere l'assioma per cui ad alti valori di colesterolo totale corrispondesse un maggior rischio cardiovascolare. Si è arrivati a una prima distinzione tra colesterolo “buono” (HDL) e “cattivo” (LDL). Ma la scienza non si è fermata qui.

I veri fattori di rischio: LDL ossidate e LDL piccole e dense (sdLDL)

Successivamente si è resa necessaria un’ulteriore distinzione, poiché neanche il valore del colesterolo associato alle LDL è di per sé sufficiente, in quanto è fondamentale analizzarne la frazione ossidata.

LDL ossidate: nemiche delle arterie

La frazione più pericolosa delle LDL è, infatti, proprio quella ossidata. Le LDL ossidate sono particelle che hanno subito un danno chimico da parte dei radicali liberi, diventando il principale innesco del processo infiammatorio che porta all'aterosclerosi. È proprio questa frazione quella effettivamente coinvolta nelle formazioni aterogene.

LDL piccole e dense (sdLDL): un pericolo sottovalutato

Le LDL, inoltre, si distinguono in due tipi: quelle di dimensioni maggiori e quelle piccole e con maggiore densità (sdLDL). Dalle ultime ricerche sta emergendo l’utilità di valutare proprio la frazione delle LDL piccole e dense, poiché tendono ad ossidarsi più facilmente e a legarsi alle pareti delle arterie, innescando la formazione della placca.

Nuovi indicatori per una prevenzione efficace

Appare sempre più evidente come solo una percentuale delle malattie cardiovascolari possa essere attribuita ai fattori di rischio classici (LDL, HDL, trigliceridi). I fattori di rischio più recenti, come le LDL ossidate e le sdLDL, sembrano predire meglio e più precocemente il rischio di aterosclerosi.

Indicatore Test Standard Test Avanzato
Colesterolo LDL Misura la quantità totale (LDL-C) Misura le LDL Ossidate e le LDL Piccole e Dense
Significato Clinico Stima basata su colesterolo totale, HDL, LDL Valutazione diretta dei fattori che causano la placca per un quadro più accurato

Strategie mirate: screening e nutraceutica avanzata

Per una migliore valutazione del rischio, sarebbe opportuno sottoporsi a test più specifici presso laboratori specializzati. In termini di ausilio, la nutraceutica più avanzata si pone l’obiettivo di interagire con questi nuovi fattori di rischio, oltre che con la classica ipercolesterolemia.

Il nostro supporto nutraceutico

Eonlipid®

Una formula avanzata per supportare il metabolismo dei lipidi e il benessere cardiovascolare.

Domande Frequenti (FAQ)

Se il mio colesterolo totale è alto devo preoccuparmi?

Un valore di colesterolo totale elevato merita attenzione. Come spiegato nell'articolo, è molto più importante conoscere la qualità e la tipologia delle lipoproteine (il rapporto HDL/LDL, la presenza di LDL ossidate e di LDL piccole e dense) per avere un quadro reale del rischio cardiovascolare. Un valore alto dovrebbe essere il punto di partenza per un dialogo approfondito con il proprio medico.

Quali abitudini di vita aiutano a ridurre il colesterolo ossidato?

Uno stile di vita sano è il pilastro fondamentale. Le strategie più efficaci includono:

  • Dieta ricca di antiossidanti: consumare abbondante frutta e verdura colorata (frutti di bosco, agrumi, spinaci, pomodori).
  • Grassi sani: preferire l'olio extra vergine d'oliva, il pesce azzurro (ricco di Omega-3), l'avocado e la frutta secca.
  • Riduzione degli zuccheri: limitare il consumo di zuccheri raffinati e carboidrati ad alto indice glicemico.
  • Attività fisica regolare: l'esercizio aerobico costante aiuta a migliorare il profilo lipidico generale.
  • Non fumare e limitare l'alcol: il fumo è uno dei maggiori promotori di stress ossidativo.
C'è un legame tra la mia dieta e la formazione di LDL piccole e dense (sdLDL)?

Sì. Le diete ad alto contenuto di zuccheri semplici, farine raffinate e grassi saturi o trans spingono il fegato a produrre più trigliceridi e, di conseguenza, più particelle LDL piccole e dense. Al contrario, una dieta ricca di fibre (da legumi, cereali integrali, verdura) e grassi mono e polinsaturi tende a favorire la produzione di particelle LDL più grandi e meno aterogene.

Il rischio di avere LDL ossidate è legato anche alla genetica?

Sì, esiste una componente genetica che può predisporre a un profilo lipidico meno favorevole. Condizioni come l'ipercolesterolemia familiare ne sono un esempio. Tuttavia, la genetica rappresenta solo la predisposizione. Lo stile di vita (dieta, esercizio, fumo, stress) è il fattore determinante che "accende" o "spegne" questa predisposizione, influenzando in modo decisivo il rischio reale.

Articoli consigliati
Focus sul Glutatione

Le recensioni dei nostri clienti

Vedi tutti i feedback