Focus sulla vitamina K2

Vitamina K2: il nutriente chiave per la longevità e la salute del cuore
Ossa forti, arterie sane e invecchiamento in salute: la vitamina K2 un alleato spesso trascurato nel percorso virtuoso verso benessere e longevità.
Un nuovo alleato per l’healthy aging
Quando si parla di longevità e benessere spesso si pensa alla vitamina D e agli antiossidanti (polifenoli in primis). Eppure, negli ultimi anni, una protagonista silenziosa ha attirato sempre più attenzione nel mondo della salute preventiva: la vitamina K2. Pur meno nota rispetto ad altri nutrienti, la K2 svolge un ruolo cruciale per mantenere in ottimo stato ossa e arterie, contribuendo ad un invecchiamento sano.
Cos’è la vitamina K2 e perché è diversa dalla K1?
Risale agli anni ’40 la scoperta di una sostanza coinvolta nella coagulazione (la nuova vitamina fu chiamata K perché fu scoperta in Germania come vitamina della coagulazione "Koagulations vitamin"), cioè la vitamina K1, da parte di due scienziati, l’americano Edward Doisy e il danese Henrik Dam; questi scienziati da subito chiarirono che la vitamina K si presenta in due forme, indicate come K1 e K2, a cui sono stati attribuiti nomi diversi:
Vitamina K1
fillochinone o fitomenadione
Vitamina K2
menachinone
Tuttavia, per più di mezzo secolo si è ritenuto che si trattasse della medesima vitamina e per molti anni non ci si è soffermati sulle diverse proprietà di queste due forme e, soprattutto, sul diverso ruolo che hanno nell'organismo. Di fatto, la vitamina K1 svolge il suo ruolo principale nella coagulazione del sangue, mentre la vitamina K2 che, contrariamente alla K1, non ha quasi nessuna influenza sulla coagulazione, riveste un ruolo fondamentale nella regolazione dell’assorbimento del calcio nel corpo aiutando a dirigere il calcio verso le ossa – dove è utile – e a tenerlo lontano dalle arterie, dal parenchima renale e cerebrale, dove può, invece, diventare pericoloso.
Alcuni studi1-2 di ricercatori olandesi svolti in oltre 10 anni di osservazioni e analisi, hanno dimostrato che in particolare è la versione MK7 della vitamina K2 ad avere un'importanza fondamentale per prevenire l'accumulo di calcio nelle arterie; il tipo K2-MK7, peraltro, permane nel sangue più a lungo e a livello più stabile.
Calcio sì, ma al posto giusto
Uno dei principali meccanismi d’azione della vitamina K2 riguarda l’attivazione di due proteine chiave:
Osteocalcina
che favorisce la mineralizzazione ossea
MGP
che inibisce la calcificazione delle arterie
Senza un’adeguata disponibilità di vitamina K2, queste proteine restano inattive. Il risultato? Il calcio può accumularsi nei vasi sanguigni, nei reni e nel cervello, invece che rafforzare l’apparato scheletrico. Questo spiega perché un apporto corretto di K2 sia fondamentale per prevenire l’osteoporosi e ridurre il rischio cardiovascolare, come sempre più studi1-10 hanno messo in evidenza in questi ultimi anni.
La vitamina K2 infatti, attivando l'osteocalcina, fa sì che il calcio venga diretto nelle ossa e nei denti, cioè esattamente là dove deve andare, non nei tessuti molli e, men che meno, nelle arterie; a sua volta, l’attivazione da parte della vitamina K2 della proteina MGP, fa sì che il calcio già depositato, per esempio nelle arterie o in altri tessuti molli, venga rimosso.
Andando ad analizzare in dettaglio questi importanti processi, vediamo che, esattamente come avviene per altri tessuti, anche quello osseo è sottoposto ad un continuo ricambio: una parte delle cellule ossee viene rimossa e, contemporaneamente, se ne generano di nuove. Un particolare tipo di cellule chiamate osteoblasti secernono una sostanza chiamata osteocalcina, che favorisce l'accumulo di calcio nelle ossa, mentre un altro tipo di cellule, chiamate osteoclasti, rimuovono le cellule vecchie e consumate.
Questo processo di continuo ricambio avviene con intensità diverse in momenti ben precisi della nostra vita: da giovani, intorno ai 25-30 anni circa, la creazione di nuove cellule ossee è più veloce della rimozione di quelle vecchie. Poi, negli anni immediatamente successivi, si assiste a un periodo di stabilizzazione in cui i due processi più o meno si equivalgono. Infine, con il passare degli anni si arriva ad uno squilibrio deleterio: quando prevale l'azione degli osteoclasti, infatti, il numero di cellule ossee distrutte diventa via via più consistente rispetto a quelle di nuova generazione; se questo processo non viene mitigato, la struttura ossea si indebolisce al punto da causare osteoporosi/osteopenia e una maggiore fragilità delle ossa.
I benefici della vitamina K2 in particolare su cuore e ossa
1. Salute cardiovascolare
Uno studio2 pubblicato sul Journal of Nutrition ha mostrato che un’adeguata assunzione di K2 è associata a una riduzione significativa della calcificazione coronarica e del rischio di malattia cardiovascolare. In questo studio è stato dimostrato che persone con il più alto apporto di Vitamina K2 avevano un rischio di morte per malattie cardiache inferiore addirittura del 50% rispetto a persone con livelli più bassi di vitamina K2.
2. Ossa forti nel tempo
In diversi studi6-10, la vitamina K2 (in particolare, come già visto, nella forma MK-7) ha migliorato la densità minerale ossea e ridotto il rischio di fratture, soprattutto nelle donne in post-menopausa. È quindi un alleato importante contro l’osteopenia e l’osteoporosi.
Studiosi coreani11, inoltre, hanno dimostrato che solo l'osteocalcina attivata dalla vitamina K2 migliora la tolleranza al glucosio e sensibilizza le cellule all'insulina: il che significa che mantenere il giusto livello di Vitamina K2 diventa un obiettivo primario per tutti coloro che sono affetti da diabete di tipo 2.
Vitamina K2 e vitamina D3: un’accoppiata vincente
Sempre più studi12-14 mostrano che vitamina K2 e vitamina D3 (colecalciferolo) lavorano in sinergia. La D3 stimola la produzione di osteocalcina, ma è la K2 che la attiva. In altre parole, senza K2, la vitamina D3 potrebbe non esercitare appieno i suoi benefici, o indurre addirittura degli effetti dannosi nel lungo periodo e per dosi eccessive.
Le vitamine K2 e D3, infatti, lavorano insieme per controllare il flusso di calcio nel corpo: la vitamina D aiuta ad aumentare l'assorbimento, mentre la K2 assicura che arrivi nelle sedi fisiologicamente corrette.
Se si assumono integratori di vitamina D senza contemporanea assunzione di K2, si rischia di aumentare i livelli di calcio senza dare al nostro corpo la capacità di dirigerli correttamente. Il consiglio per chi sta già assumendo integratori di D3 è quello di assicurarsi di assumere anche abbastanza K2, tramite cibo o integratori, per mantenere una corretto equilibrio tra queste due preziose e complementari sostanze.
Insieme, queste due vitamine:
- Migliorano la densità ossea
- Proteggono dalle fratture
- Riducono la rigidità arteriosa e il possibile deposito di calcio nel tessuto di reni e cervello/midollo spinale
- Contribuiscono a un invecchiamento sano e funzionale
Infine, una pubblicazione del 201713 sembra sfatare quello che è uno dei principali argomenti contro l’assunzione combinata di vitamina D3 e K2, ovvero la teoria dell’utilizzo degli stessi recettori nel corpo, che potrebbe portare ad una riduzione di efficacia dell’una sull’altra (in assoluto si può affermare che i trasportatori lipofilici sono di difficile saturazione e i recettori D e K2 sono a feedback negativo e dipendono da altre molecole); i risultati di tale recente studio, infatti, riassumono le prove disponibili sull’interazione sinergica tra le vitamine D3 e K2 per la salute ossea e cardiovascolare e, in particolare, suggeriscono che il trattamento combinato di vitamina D3 e vitamina K2 sia più efficace dell’assunzione separata.
È per questo che molti esperti suggeriscono di assumere vitamina K2 in abbinamento alla D3, soprattutto in programmi di integrazione a lungo termine.
Fonti alimentari e integrazione
Fonte di vitamina K1 sono principalmente le verdure a foglia larga; per quanto riguarda, invece, le fonti di vitamina K2, queste si differenziano a seconda della versione: K2-MK4 o K2-MK7. La vitamina K2 del tipo MK4 è prodotta nei tessuti animali e le sue fonti principali sono: carne, rossi d'uovo e burro, mentre la vitamina del tipo K2-MK7 si forma in presenza di batteri, in particolare nel Natto (soia fermentata, ricchissima di MK-7)15-16. Tuttavia, le quantità presenti negli alimenti sono spesso insufficienti, soprattutto nei regimi alimentari occidentali.
La produzione di vitamina K2 nel corpo dipende da una flora intestinale sana e dal consumo di cibi fermentati. La carenza sempre più diffusa di vitamina K2 è di fatto causata soprattutto della mancanza di consumo di cibi fermentati e dalle sempre più diffuse disbiosi intestinali. L'uso eccessivo di antibiotici e il consumo sempre più diffuso di prodotti industriali e di cibi lavorati, acuisce queste criticità. Per questi motivi, l’integrazione con K2 MK-7 (la forma più biodisponibile e stabile) è sempre più consigliata, soprattutto dai 30-40 anni in su, quando iniziano i primi cambiamenti metabolici e ossei.
Quando la prevenzione diventa longevità
La ricerca sulla vitamina K2 è ancora in pieno sviluppo, ma il messaggio è chiaro: per vivere più a lungo e nel benessere, non basta assumere calcio (peraltro meglio assumerlo dai cibi…) o vitamina D3. Serve anche la vitamina K2. Il tutto è ancora più utile se miriamo a proteggerci da due dei principali rischi dell’età adulta: fragilità ossea e malattie cardiovascolari. La vitamina K2, silenziosa ma potente, può diventare un tassello fondamentale in una strategia di longevità attiva, al fianco di alimentazione, movimento e gestione dello stress.
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