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Vitamina D3 e K2: benefici, dosaggio e guida alla scelta dell'integratore migliore

Vitamina D3 e K2: Una Sinergia Essenziale per la Tua Salute

In questi anni si sente sempre più spesso parlare di vitamina D grazie al notevole interesse suscitato da questa preziosa sostanza e, proprio per questo, vista anche la complessità dell’argomento, proviamo a dare indicazioni che possano essere utili, partendo dal presupposto della sostanziale diversità dei singoli soggetti per cui dovrà essere previsto un utilizzo personalizzato di questa vitamina, sulla base della propria condizione di salute e con l’aiuto del proprio medico.

La vitamina D è comunemente intesa come un integratore da assumere soprattutto in inverno, dimenticando che la prima fonte di vitamina D è l’esposizione solare: grazie a quest’ultima, infatti, il nostro organismo sintetizza la vitamina D sotto forma di colecalciferolo (vitamina D3) che subisce una prima trasformazione a livello epatico nella forma semi attiva del calcidiolo (o idrossivitamina D), indicata anche come “25(OH)D”, ovvero quella prevalentemente in circolazione, la stessa che viene misurata con le analisi del sangue.

Il colecalciferolo viene idrossilato inizialmente nel fegato, mentre la seconda trasformazione avviene a livello renale grazie all'azione del paratormone, un ormone che, oltre ad essere preposto alla regolazione del calcio nel sangue, consente l’attivazione della vitamina D3 trasformandola in calcitriolo (o diidrossivitamina D), indicata anche come “1,25(OH)2D”, che agisce da vero e proprio ormone. In entrambe le trasformazioni interviene il magnesio, per cui, come vedremo in seguito, durante l’integrazione di vitamina D3, è importante monitorare anche il livello di questo prezioso minerale, poiché nell’attivazione della vitamina D3 si consuma magnesio.

Già da queste sommarie indicazioni appare evidente che considerare la vitamina D solo come mera vitamina, può essere limitativo e fuorviante: si tratta infatti di una sostanza capace di regolare tantissime reazioni biochimiche, che interagisce continuamente con diversi minerali (in primis calcio, magnesio e potassio) e con altre vitamine (in primis vitamina K2 e vitamina A).

Sostanzialmente, assumere vitamina D (per esposizione solare o tramite integratori) quindi, non equivale a colmare semplicemente una carenza vitaminica, ma può avere molteplici effetti che, nel caso di errato utilizzo, possono talvolta anche essere negativi. Inoltre, va ricordato il ruolo della vitamina D in moltissime patologie, per cui la scienza biomedica sta dedicando un’attenzione crescente a questa molecola, per ottimizzarne l’efficacia e la sicurezza (vedi l’associazione con la vitamina K2) in caso di assunzione esogena. Solo comprendendo la complessità e le numerose interazioni con altri composti si può arrivare a stabilire un corretto uso della vitamina D.

Questa piccola guida si propone di analizzare le diverse evidenze scientifiche che supportano la sinergia D3+K2, analizzandone il funzionamento, le indicazioni relative all'assunzione e soprattutto fornendo dei consigli utili alla scelta di un integratore efficace e sicuro, basandoci su ricerche e studi verificati.


L'importanza dell'esposizione solare e quando integrare

Come abbiamo visto, la semplice esposizione solare per un determinato tempo è utile a creare le giuste riserve di vitamina 25(OH)D, anche perché come sappiamo, il nostro corpo è in grado di autoregolarsi e raggiungere i giusti equilibri meglio di qualunque altra fonte esterna.

Una piccola ma doverosa digressione su questa fondamentale fonte naturale di approvvigionamento di vitamina D3: tra le ore 10 e le ore 15, in particolar modo intorno a mezzogiorno, i raggi solari che attraversano lo strato dell’atmosfera più sottile, sono ricchi di raggi UVA e UVB ed è proprio quest’ultima frazione a stimolare la produzione di vitamina D3. Per cui saranno sufficienti 20-30 minuti di esposizione anche solo di braccia e gambe alla luce solare prima di spalmare la crema protettiva, per produrre vitamina D3 a sufficienza.

La vitamina D3, si è visto, si accumula nel tessuto adiposo e viene poi rilasciata gradualmente per diversi giorni; inoltre l'emivita di questa vitamina D naturale è di gran lunga superiore a quella proveniente dall'integrazione. La vitamina D3 prodotta dal sole, infatti, rimane nel sangue 2 o 3 volte più a lungo biodisponibile di quella somministrata oralmente, aumentando il tempo a disposizione del nostro organismo per usufruirne al meglio: ecco perché non esiste miglior fonte di vitamina D di quella naturale prodotta dalla luce del sole.

Quando però, per diversi fattori, in primis quello climatico (ma anche per condizioni sociali, lavorative ecc.), abbiamo un'esposizione solare scarsa o inadeguata, possiamo andare incontro a deficit importanti di vitamina D, quindi ad osteoporosi nella donna in menopausa, osteomalacia nell'adulto e rachitismo nel bambino[1][2]. In tale contesto è di fondamentale importanza ricorrere alla giusta integrazione: la combinazione di vitamina D3 e K2 (come nel caso del nostro prodotto Eon-DK2) risulta ottimale in questo ambito, anche per la sua accertata migliore efficacia e sicurezza.


Perché la vitamina D3 ha bisogno della K2?

Il ruolo della vitamina D3

La vitamina D3 (colecalciferolo), tipicamente liposolubile, è principalmente responsabile del metabolismo del calcio e quindi della mineralizzazione delle ossa. Per assorbire a livello intestinale il calcio è necessaria la vitamina D, nella forma attiva, ovvero il calcitriolo, come abbiamo visto.

La dose di vitamina D3 si esprime in Unità Internazionali (U.I), avendo a mente che 1 microgrammo (µg) di vitamina D3 (colecalciferolo) equivale a 40 U.I..

Solo una minima parte del fabbisogno di vitamina D3 (circa il 10%) deriva dal cibo: la componente principale deriva dalla sintesi endogena a livello cutaneo a seguito di esposizione solare ai raggi UVB. D’inverno alle nostre latitudini l’esposizione solare non è sufficiente e si rende necessaria una integrazione. A tal proposito, osserviamo che non è casuale il fatto che l'influenza compaia stagionalmente: è stato dimostrato, infatti, che proprio tra l'autunno e l'inverno diminuisce la resistenza del sistema immunitario, in quanto direttamente collegato alla minore esposizione alla luce solare che agisce sulla pelle, con il conseguente calo di vitamina D3 nell'organismo[3][4].

Circa la posologia dell’integrazione di vitamina D3, questa, per essere ottimale, deve essere quotidiana; è stato dimostrato, infatti, che le mega dosi di vitamina D (assunzioni settimanali, mensili o addirittura annuali!) risultano di gran lunga meno efficaci nel ripristinare/incrementare i valori normali di 25(OH)D rispetto alle dosi giornaliere. La spiegazione di tale differenza risiede nella farmacocinetica della vitamina D, ovvero assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione del principio attivo una volta somministrato nel nostro organismo[5].

Quando si assumono mega dosi di un integratore di colecalciferolo (anche decine di migliaia di U.I. in una singola somministrazione!), dopo l’assorbimento, con il passaggio nel fegato avviene la prima trasformazione in 25(OH)D, tramite l’enzima 25-idrossilasi epatica. Con l’assunzione di mega dosi, però, questo enzima viene presto saturato e l’eccesso di colecalciferolo assunto viene eliminato, con il risultato finale di avere una minor efficacia rispetto alla somministrazione giornaliera di dosi inferiori che, non causando la saturazione dell’enzima in questione, risultano più efficaci nel costituire le giuste riserve del metabolita 25(OH)D[6].

Secondo le autorevoli fonti dell’Endocrine Society e del Vitamin D Council i livelli ottimali di questo metabolita (misurati in nanogrammi per millilitro) sono:

  • tra i 30 e i 50 ng/mL per la popolazione in generale;
  • tra i 50 e gli 80 ng/mL in caso di autoimmunità o fragilità ossea.

Tutte le linee guida internazionali, poi, sono concordi nel ritenere come soglia minima di vitamina D circolante il valore di 20 ng/mL, anche se già in presenza di valori ematici di 25(OH)D inferiori a 31 ng/ml, possono aumentare i livelli di paratormone (PTH) con conseguente aumento del rischio di fratture[7]. In caso di carenza di vitamina D3, infatti, aumenta il rilascio di questo ormone (PTH) la cui funzione è quella di sottrarre il calcio alle ossa in caso di bassi livelli ematici di questo minerale; un eccesso di attività del PTH comporta però il rischio che il calcio trasportato dal sangue vada a depositarsi nei tessuti molli, in particolare nelle pareti arteriose, nei tubuli renali e nel parenchima cerebrale, alimentando da un lato il processo aterosclerotico, neurodegenerativo e nefrotossico, e aumentando dall’altro il rischio di osteoporosi. Raggiungere un valore ottimale di vitamina D è importante, ma lo è ancora di più evitarne a tutti i costi una carenza. Sempre più studi sono concordi nell’affermare che a bassi livelli di 25(OH)D corrisponde spesso un maggiore rischio di mortalità cardiovascolare, di immunodepressione, di osteoporosi, di insorgenza di malattie autoimmuni e di neurodegenerazione[8][9][10][11][12][13][14][15].

Stante quanto sopra, forniamo di seguito alcune indicazioni che possono risultare particolarmente utili sul corretto utilizzo di vitamina D3, evidenziando che, trattandosi di un ormone, deve essere assunto con criterio, prestando attenzione alla dose giornaliera da somministrare e alla durata dell’assunzione, nonché tenendo sotto controllo alcuni ulteriori parametri:

  • verificare in primis la propria condizione di partenza, attraverso l’esame ematico del 25(OH)D che è lo standard internazionale per valutare lo stato di vitamina D, preferibilmente insieme al valore di 1,25(OH)D, al valore del paratormone (PTH) e ai livelli di magnesio, calcio e fosforo;
  • sulla base della propria effettiva eventuale carenza, predisporre un’adeguata integrazione di vitamina D3[16][17], calibrandone il dosaggio anche a step successivi, attraverso periodiche verifiche dei parametri sopra menzionati (ad es. ogni 2-3 mesi);
  • evitare il “fai da te”, sempre sconsigliato, ancor di più in ambito di somministrazione di vitamina D3, spesso basato sull’errato concetto che a dose maggiore corrisponda un effetto superiore;
  • poiché la vitamina D3 e la vitamina K2 sono liposolubili, per trarne vantaggio (maggiore biodisponibilità) devono essere assunte preferibilmente durante un pasto contenente grassi (un’insalata con l'olio, un panino col burro o un normale pranzo ad esempio) per migliorarne l’assorbimento, a meno che non siano in versione "sublinguale";
  • integrare adeguatamente anche la vitamina K2, soprattutto per integrazioni costanti e prolungate nel tempo di vitamina D3.

Il ruolo della vitamina K2

Per meglio conoscere il ruolo di questa fondamentale vitamina ricordiamo il recente articolo inserito nel nostro blog, cui rimandiamo per ogni utile approfondimento; in tale contesto, ci limiteremo ad evidenziare che questa vitamina riveste un ruolo fondamentale nella regolazione dell’assorbimento del calcio nel corpo: attraverso l’attivazione della proteina Osteocalcina, infatti, aiuta a dirigere il calcio verso il tessuto osseo e a tenerlo lontano dai tessuti molli. Allo stesso tempo, la vitamina K2 attiva contemporaneamente anche la proteina Mgp, che aiuta a rimuovere il calcio già depositato, per esempio nelle arterie o in altri tessuti molli (azione molto interessante soprattutto nei pazienti con aterosclerosi, insufficienza renale, ecc...).

Cosa succede senza K2?

Senza un’adeguata disponibilità di vitamina K2, Osteocalcina e Mgp restano inattivi, con un rischio aumentato che il calcio possa accumularsi nei vasi sanguigni, nei reni e nel cervello, invece che rafforzare l’apparato scheletrico. Questo spiega perché un apporto corretto di K2 sia fondamentale per prevenire l’osteoporosi e ridurre il rischio cardiovascolare, come sempre più studi hanno messo in evidenza in questi ultimi anni[18][19][20][21][22][23][24][25][26][27][28].


Benefici chiave della combinazione D3+K2

Salute delle ossa e prevenzione dell'osteoporosi

Come dimostrato da sempre più studi, la sinergia delle 2 vitamine concorre a migliorare la densità ossea grazie alle funzioni svolte da entrambe le vitamine: da un lato la vitamina D3 stimola la produzione di osteocalcina, dall’altro, la K2 la attiva, convogliando il calcio interamente nel tessuto osseo.

Salute cardiovascolare e flessibilità arteriosa

La vitamina K2, poi, contribuisce anche alla rimozione del calcio che si è depositato nei vasi sanguigni e, impedendone l’accumulo nelle arterie, aiuta a prevenire il dannoso fenomeno dell’aterosclerosi (uno dei più importanti fattori di rischio per le malattie cardiache). La sinergia con la vitamina D3 ha, pertanto, come risultato un doppio salutare beneficio: la drastica riduzione del rischio di natura cardiovascolare e la riduzione del rischio di osteoporosi.

Supporto al sistema immunitario e altri benefici

L'azione sinergica delle due vitamine è in definitiva da considerarsi pleiotropica (multifunzionale) e di tipo epigenetico, agendo sulla regolazione della densità ossea e sull’osteoporosi, sulle calcificazioni arteriose e sul rischio cardiovascolare generico, sulla prevenzione di malattie neurodegenerative e renali, è di ausilio nel rinforzare e ottimizzare il sistema immunitario, influisce sulla composizione e sull’attività del microbiota intestinale. Questo insieme di attività è, quindi, in grado di ridurre l’infiammazione cellulare cronica di basso grado che sta alla base dell’invecchiamento e di molteplici malattie croniche degenerative e, in ultima analisi, spiega il fondamentale ruolo “anti-aging” di questa combinazione di molecole.


Guida pratica all'integrazione: dosaggio, forme e sicurezza

Dosaggio raccomandato: quanta D3 e K2 assumere?

Abbiamo avuto modo di approfondire l’argomento della corretta dose di vitamina D3, mentre per quanto riguarda la vitamina K2, i valori ottimali, a seconda della condizione personale, variano da un minimo di 50 µg ad un massimo di 200 µg al dì, il tutto sempre ricordando la necessità di associare un corretto equilibrio tra nutrizione, stile di vita, sonno, gestione dello stress e attività fisica.

MK-4 vs MK-7: quale forma di Vitamina K2 è superiore?

La vitamina K2 si può presentare in due differenti forme: K2-MK4 e K2-MK7. La prima forma deriva principalmente da prodotti di origine animale, mentre quella del tipo MK-7 si forma in presenza di batteri. La K2 MK-4 è stata la prima forma di vitamina K2 ad essere utilizzata in alcuni studi, ma isolare tale forma è molto costoso, ragion per cui si produce sinteticamente. Il problema di tale forma di vitamina è l’emivita assai breve: dopo poche ore nel sangue scende a livelli che non hanno più un valore terapeutico. La vitamina K2 del tipo MK-7 ottenuta da fermentazione batterica (processo più costoso, ma decisamente più naturale e salutogeno), al contrario, ha un’emivita molto più lunga, presentando gli stessi benefici della MK-4. Inoltre, diversi studi hanno verificato la migliore capacità della vitamina K2 del tipo MK-7 di prevenire l’accumulo di calcio nelle arterie. Infine, sappiamo che tutti coloro che assumono preparati anticoagulanti dicumarolici generalmente hanno una interazione di blocco della vitamina K1 che, come sappiamo, ha un ruolo importante nella coagulazione del sangue. Ma quegli stessi farmaci bloccano anche la vitamina K2, con tutte le conseguenze che conosciamo. Dunque è buona norma per i pazienti che assumono anticoagulanti orali di tipo dicumarolico (questo problema non sussiste per gli anticoagulanti diretti di nuova generazione) assumere una dose non superiore a 50 µg di vitamina K2-MK7 al giorno[29][30].


Come scegliere il miglior Integratore di D3 e K2: i criteri di qualità

Leggere l'etichetta: cosa cercare (forma MK-7, dosaggi chiari, veicolo oleoso per l'assorbimento).

Per quanto sopra detto, in caso di necessità di integrazione, proviamo a districarci nel mare magnum dei tanti prodotti a base di vitamina D3, per selezionare quelli affidabili, sicuri ed efficaci. Non tutti gli integratori sono uguali, pur risultando all’apparenza molto simili. Come in tutti i campi, infatti, esistono prodotti efficaci e di qualità ed altri che, invece, risultano avere effetti molto blandi. Il processo di produzione, la qualità delle materie prime utilizzate, così come anche la formulazione (ovvero la composizione con cui i principi attivi vengono “assemblati”, con adeguata concentrazione e corretto dosaggio) fanno la differenza. In primis, pertanto, la scelta preferenziale deve ricadere su un prodotto assumibile in gocce per un duplice motivo:

  • per poter beneficiare della somministrazione sublinguale, che garantisce una migliore biodisponibilità del prodotto;
  • per poter garantire una somministrazione su misura, facilmente regolabile in base alle esigenze personali.

Come abbiamo visto, poi, è preferibile un prodotto che contenga entrambe le vitamine D3 e K2, per rispondere alla primaria esigenza di assicurare il benefico deposito del calcio solo nel tessuto osseo e non nei tessuti molli e per associare l’azione multisistemica di questa combinazione, come descritto sopra.

Per quanto riguarda la vitamina K2, è importante che sia del tipo MK-7, da fermentazione naturale e non di tipo sintetico; va inoltre sottolineato come per entrambe le vitamine sia necessario il supporto di un veicolo oleoso, sempre al fine di garantire una maggiore biodisponibilità. Altro elemento di grande importanza è la scelta di prodotti commercializzati da aziende che seguono standard qualitativi di eccellenza e sicurezza, nel rispetto delle normative Europee HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) e GACP (Good Agricultural and Collection Practices).

Il valore del "Made in Italy" e del rigore scientifico:

EON-DK2 è un nutraceutico in gocce a base di vitamina D3 (Colecalciferolo) e vitamina K2 (Menachinone), del tipo MK-7 derivato da fermentazione naturale del natto, diluite in olio di vinaccioli che veicola entrambe le vitamine in maniera ottimale per una migliore biodisponibilità, grazie anche alla possibilità di somministrazione per via sublinguale e con dosaggio regolabile a seconda delle esigenze mediante il pratico contagocce. La dose giornaliera consigliata di EON-DK2 è di 5 gocce, pari a 50 µg di vitamina D3 (equivalenti a 2.000 U.I.) e 50 µg di vitamina K2. EON-DK2 è disponibile in flacone da 30 ml che garantisce oltre 3 mesi di somministrazione alla dose giornaliera consigliata. Eon-DK2 non contiene glutine né lattosio, è OGM free, senza conservanti ed è prodotto in Italia.

EON-DK2

Il tuo alleato per la salute di ossa, sistema immunitario e cardiovascolare, con la sinergia ottimale di Vitamina D3 e K2.

Bibliografia scientifica

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